martedì 29 aprile 2014

118' Boston Marathon: simply the best...

FOTO RICORDO CON LA MEDAGLIA
BOSTON STRONG - L'INIZIO
Per la mia 61'esima maratona mi sono fatto un regalo stupendo, la Boston Marathon. Sapevo che partecipare ad un evento del genere significava andare sul sicuro, come quando si va a New York o a Berlino, ma non credevo di trovare così tanto. Ne avevo sempre sentito parlare bene, dalle persone, dalle riviste o vedendo in televisione le immagini delle edizioni precedenti, però non credevo di restare colpito così profondamente... Arrivati a Boston già dal primo approccio era impossibile non rimanere impressionati. Una città in subbuglio per il suo grande evento annuale, ancora di più quest'anno dopo i drammatici eventi del 2013. Lo slogan BOSTON STRONG imperversava ovunque. I Bostoniani, gli americani, tutta la gente non hanno paura, sono più forti delle bombe: questo era il messaggio forte e chiaro.
UN RICORDO DEI CADUTI DEL 2013
Tutte le persone indaffarate nei preparativi e i maratoneti accolti come star, anche noi runners della domenica, tutto semplicemente fantastico. La città di Boston è molto bella, ricca di storia e cultura, circondata dal mare e caratterizzata dalla presenza di molti parchi, di università prestigiose come Harvard e da molte altre cose interessanti. Il percorso della maratona non è da meno: io lo definirei spettacolare sebbene molto impegnativo, a tratti direi commovente per la quantità e qualità del pubblico che lo frequenta. Si stima che lungo i 42 km ci siano stati almeno un milione di spettatori. La partenza è a Hopkinton, un piccolo centro fuori città e l'arrivo a Boston in Boylston Street nei pressi di Copley Square in pieno centro.
POLIZIOTTA TIFOSA 
IL WARM UP 
Dopo una rapida colazione, lunedì mattina insieme agli altri compagni di viaggio, Giovanni, Riccardo, Giacomo, Alberto, Claudio e Gabriele, ci siamo recati al Boston Common, il grande parco cittadino dove ci attendeva una interminabile colonna di pullman gialli che ci avrebbero accompagnati alla partenza di Hopkinton. Già in quel momento l'emozione si è fatta sentire grazie al calore di tutte le persone che ci salutavano e ci incitavano mentre ci apprestavamo a salire a bordo per partire. Il viaggio di circa quaranta minuti verso la zona di partenza è stato piacevole e rilassante e ci ha dato la possibilità di ammirare i bei paesaggi dell'entroterra del Massachussets. Una volta arrivati a Hopkinton in una grande area adibita a villaggio atleti abbiamo iniziato con i preparativi pregara: vestizione, creme riscaldanti, idratazione e le solite altre cose. La partenza era suddivisa in 4 Wave e noi eravamo tutti nella prima che partiva alle 10.00, le altre tre ondate partivano di seguito a distanza di 25 minuti tra loro. Ogni Wave era composta da 9.000 corridori suddivisi in 9 corrals in base ai tempi di qualificazione. Ogni corral ospitava gente dello stesso livello, qui non si scherza e le gerarchie vengono rispettate rigorosamente ed i controlli del pettorale sono molto frequenti, anche se ho sentito che i soliti furbi (credo pochissimi) che falsificano i pettorali l'hanno fatta franca anche qua. In base al tempo di qualificazione ottenuto a Berlino sono stato assegnato nel corral 1, un privilegio perchè in pratica mi trovavo nelle prime file a pochissimi metri dagli Elite. La fase di avvicinamento al corral su una Grove Street contornata da belle villette e da un sacco di gente festosa, l'ho affrontata insieme a Riccardo Trulla. Per me è stata un pò dura, non so se per la tensione o cosa, ma nel momento di procedere per quel chilometro di camminata sono stato colpito da un acuto mal di pancia, per fortuna poco prima di entrare in griglia era stata predisposta un'altra area dotata di un buon numero di w.c. che mi ha consentito di evitare il peggio risolvendo il problema e consentendomi di entrare nel mio corral in completa rilassatezza lasciandomi libero di concentrarmi sulla gara che da li a poco sarebbe iniziata. Dopo il saluto e l'in bocca al lupo scambiato con Ricky, che era nel corral 3, siamo entrati ciascuno nella propria zona. Io mi sono portato più avanti possibile e anche se c'era già parecchia gente non ho faticato molto ad approdare nelle prime file. I fisici e le età (quasi tutti giovincelli) di coloro che mi circondavano mi hanno fatto pensare che probabilmente ero uno dei più lenti di quel corral.
A NEWTON AL 27° KM
LA MARATONA
A cinque minuti dallo start c'è stata la consueta esecuzione dell'inno nazionale degli Stati Uniti con il passaggio in cielo di quattro elicotteri apache, un altro momento molto intenso. Alle 10 in punto finalmente lo start che mi ha tolto di dosso in un istante tutta l'agitazione e l'emozione accumulata nei giorni precedenti. Ora si trattava solo di godersi al massimo lo spettacolo correndo nel modo più veloce consentito dal proprio fisico. Ed è così che ho fatto fin dal primo metro non badando a spese. Nel primo chilometro in discesa sono partito come se fossi in una gara di 400 metri in pista (anche se non ne ho mai fatte), nonostante ciò venivo superato da tutte le parti da altri atleti che parevano molto più forti di me confermando che le mie impressioni di prima erano esatte. Il frastuono assordante del pubblico ai lati della strada non mi ha fatto sentire lo sforzo consentendomi di transitare al cartello del 1° km in 3'22", una velocità troppo elevata per il mio livello. I chilometri successivi erano caratterizzati da una leggera discesa intervallata ogni tanto da qualche collinetta di poco conto. Ho proceduto con un ritmo leggermente più lento rimanendo inserito in un folto gruppo tenendo una corsa impegnata ma con lo sguardo e le mani rivolti sempre ai lati della strada cercando di battere più "five" possibile:-), il profumo dei barbecue preparati dai tifosi festanti a volte mi facevano voglia di fermarmi a mangiare una salsiccia... Il passaggio al 5° km in meno di 18' è stato troppo rapido; nel tratto successivo fino al 10° km il percorso era un pò più vallonato, nelle salite, che erano un pò più aspre, cercavo di controllare l'andatura e venivo spesso superato da altri, nelle discese successive recuperavo facilmente posizioni. Avevo buone gambe e non sentivo la fatica, mi pareva di essere dentro una bolla, mi piaceva la festa continua che mi circondava chilometro dopo chilometro. Io e i miei compagni di viaggio continuavamo a battere mani dappertutto mentre si correva a 3'40" al km o anche  meno. Il passaggio al 10° km in 36'36" per me è stato più veloce della gara di 10 km che ho corso due settimane prima a Zanè (36'40") e vi garantisco che in quell'occasione ce l'avevo messa tutta. Nei successivi 5 chilometri in un percorso quasi pianeggiante (in questa maratona non credo di avere trovato un centimetro di vera pianura) ho tenuto un'andatura regolare. Qualche insidia nei chilometri 16-17-18 con un tratto in salita dove ho rallentato il ritmo sui 3'55". Il 20° chilometro è stato uno dei momenti più memorabili della gara. Il famoso passaggio a Wellesley, ne avevo sentito parlare varie volte ed ero curioso di vedere con i miei occhi realmente cosa c'era. Ad aspettarci lungo le transenne a bordo strada c'erano assiepate un numero inquantificato di ragazze urlanti, studentesse dell'omonimo College. Non potevo aspettarmi di meglio e la mia povera mano destra era infuocata a forza di sbattere contro le loro. Ho visto molti corridori davanti a me fermarsi a baciare le donne che in quel momento sembravano disposte a tutto (!). Io non mi sono fermato ma forse ho sbagliato, almeno una tappa avrei dovuto farla...
SARA LA MIA PRIMA TIFOSA
Superato il Wellesley College era ora di transitare alla mezza maratona che si trovava poco dopo. Il tempo è stato di 1h19'11" e nonostante tutte le distrazioni subite fino a quel momento qualche calcolo ho iniziato a farlo. Non avvertivo ancora stanchezza e continuavo a godermi lo spettacolo dalla prima fila. Il duro stava per arrivare ma quel giorno ero privo di timori e non vedevo l'ora esplorare. Le vere montagne russe della Boston Marathon stavano per iniziare. Al 26° chilometro c'è stata una ripida discesa preludio del lungo tratto in saliscendi che ci avrebbe condotto sino al traguardo. Con il passare dei chilometri la temperatura si alzava e il sole scaldava l'aria (credo oltre i 15°), personalmente mi trovavo a mio agio, il caldo mi piace e lo soffro poco ma cerco comunque di bere sempre molto ai ristori. Nella fattispecie i ristori erano più che abbondanti disposti ad ogni miglio prima sul lato destro e poi su quello sinistro della strada, con gatorade e acqua in sequenza, in più c'erano i rifornimenti degli spettatori che accettavo spesso di buon grado. Il transito al 30° chilometro in un susseguirsi di salite e discese è stato in 1h54'09". Si stava avvicinando la famosa Heartbreack Hill, tanto descritta nei racconti che avevo letto e anche in questo frangente ero curioso di verificare di persona. Se ricordo bene, la salita è divisa in due parti: la prima inizia al 31° Km ed è lunga circa 500 metri, nulla di impressionante se non per il fatto che sulle gambe si comincia a sentire la fatica dei numerosi chilometri già passati. Il tifosi ai lati della strada sono numerosissimi e urlanti, alcuni vanno la notte prima ad accamparsi per prendersi i posti migliori per il giorno dopo. Nonostante il tifo a questo punto ho iniziato a sentire la fatica e ho deciso di stare al centro della carreggiata per evitare troppe distrazione. Sono salito col mio passo intorno ai 4'10"/km cominciando a superare i primi concorrenti scoppiati, alcuni dei quali procedevano al passo colpiti dai crampi. La salita è seguita da un breve tratto di falsopiano che precede la seconda parte dove si trova il chilometro più duro della gara con una pendenza del 3-4% che ho affrontato con il massimo impegno chiudendolo in 4'17". E' stata abbastanza dura ma la spinta della gente mi ha dato una mano ad arrivare in fretta al gonfiabile con la scritta "The heartbreack is over". Di seguito una serie di chilometri tendenti alla discesa mi hanno aiutato a riprendere fiato e gambe. La stanchezza si faceva sentire e il traguardo si avvicinava anche se mi dispiaceva un poco terminare già, ormai mancavano poche miglia e si entrava in città, ho proceduto con il mio passo ormai alzatosi vicino ai 4' al chilometro. Anche in questa fase si correva circondati da ali di folla, 40° km, ultimo miglio, ultimo chilometro, ultimo ostacolo proprio in questo punto con un impegnativo sottopassaggio seguito da una leggera salita prima di svoltare a sinistra e imboccare Boylston Street per gli ultimi 600 metri di tripudio fino allo striscione del traguardo che ho tagliato a braccia alzate e felicemente in 2h43'39", 504° assoluto e 17° della categoria M45-49.
LAUREATI IN MARATONA AD HARVARD
GLI AMICI
Di seguito i risultati degli altri componenti della comitiva:
Riccardo Trulla 3h01'11" - 2552 Ass. - 378 Cat.
Claudio Stefanello  3h01'48" - 2653 Ass. - 213 Cat.
Alberto Gasparotto 3h10'42" - 4286 Ass. - 436 Cat.
Giovanni Busin 3h12'19" - 4630 Ass. - 791 Cat.
Gabriele Bazzi 3h13'53" - 5018 Ass. - 566 Cat.
Giacomo Gobbo 3h35'26" - 10965 Ass. - 3527 Cat.
Qualcuno non era al top della forma ma ognuno si è distinto per il massimo impegno e caparbietà onorando al massimo la Boston Marathon che ha visto al traguardo circa 36.000 partecipanti. Questa corsa si conferma la maratona americana per eccellenza. La numero 1 per il livello medio dei partecipanti, a dimostrazione di questo porto solo una statistica credo impareggiabile in qualsiasi altra 42 km: oltre 2300 uomini e oltre 100 donne al traguardo in meno di 3 ore. Questo dato senza presunzione penso avvalori ancora di più i nostri risultati.
CIAO BOSTON
L'ARRIVEDERCI
Dopo aver corso 3 volte la New York City Marathon, 3 volte la Berlin Marathon e una volta la Chicago Marathon, con la Boston Marathon conquisto la mia quarta Major, mi mancano solo Londra e Tokyo. Ne ho corse molte altre di belle ed emozionanti come Parigi, Roma, Madrid o Vienna, ma al livello di questa forse non ne avevo ancora trovate. La mia favorita è sempre stata NY però dopo aver corso Boston tutto torna in discussione. Non voglio fare gerarchie o classifiche particolari, dico solo BOSTON STRONG SIMPLY THE BEST, se lo merita per la sua gente fantastica e per il suo percorso semplicemente magnifico anche se duro! E' stata un'esperienza che rimarrà indelebile nel mio cuore, arrivederci all'anno prossimo e grazie a tutti.

lunedì 14 aprile 2014

Boston, ormai ci siamo...

In gara alla Puro 10.000 con Deborah Toniolo e Alessandro Piasente
Mancano solo cinque giorni e finalmente potrò partire per Boston dove correrò per la prima volta la maratona più antica del mondo che quest'anno sarà alla sua 118esima edizione. La settimana trascorsa podisticamente parlando non è stata una di quelle più facili. Ho cercato di riprendermi più velocemente possibile dall'influenza e dalla sinusite che a forza di aerosol un pò alla volta pare se ne stia andando. Nei sette giorni ho corso in tutto 83 chilometri, pochi rispetto alla media che tengo di solito. La fiacchezza, soprattutto nei primi giorni, la faceva da padrona, e solo giovedì mi sono sentito discretamente bene per tentare di svolgere un allenamento di qualità. Ho corso 7 ripetute da 1000 con recuperi da 300 metri tenendo un'andatura regolare compresa tra i 3'30" e i 3'40" al chilometro facendo tanta fatica ma almeno riuscendo a fare girare le gambe su ritmi ormai a me quasi sconosciuti. Domenica ho corso una gara qui vicino a casa, la Puro 10.000 organizzata dagli amici della Runners Team Zanè. Il percorso si sviluppava lungo le strade e le ciclabili che frequento quotidianamente nei miei allenamenti. Ho chiuso la gara in 36'42" un pò indietro nella classifica generale ma 3° della categoria SM45 dietro a Max Roncaglia e Piero Perin, due buoni amici e rivali di tante gare. Rispetto alla Belluno-Feltre di due settimane fa ho fatto sicuramente un passo indietro. Sicuramente è stata colpa della debilitazione causata dall'influenza, infatti ieri non mi sentivo ancora molto bene e ho sofferto veramente troppo per portare a casa una 10 km. Dopo la 30 km ero fiducioso per Boston di poter correre per provare ad arrivare intorno alle 2h40', dopo la Puro 10.000 invece le mie quotazioni sono molto in calo, quindi non voglio illudermi e fare previsioni. Come andrà, andrà....Spero solo in quest'ultima settimana di recuperare fisicamente al 100%, poi penserò solo a godermi il mio viaggio/vacanza/corsa come sempre faccio. Io proverò ad andare a tutta poi per calare e gestire ci sarà tempo!

mercoledì 9 aprile 2014

Fuori programma

Il fine settimana appena trascorso purtroppo non è andato come avrei voluto. Avevo in programma uno stimolante weekend con un sabato dedicato al raduno degli atleti e ambasciatori della Saucony, di cui faccio parte, e una domenica partecipando alla mezza maratona dei Dogi, invece da giovedì sera sono stato costretto a letto colpito da un attacco influenzale. Poca febbre ma tanto raffreddore e soprattutto una brutta sinusite che a parte causarmi problemi di respirazione, mi ha provocato un forte e costante mal di testa. Oggi dopo 3/4 giorni di riposo assoluto e di cure a base di aerosol (che sto continuando) sembra vada un pò meglio. Già ieri sera ho ripreso a correre in casa sul tapis roulant preferendo stare all'interno un giorno in più per evitare colpi d'aria. Ho sudato molto e fatto molta fatica; normalmente avrei dovuto aspettare qualche giorno in più per riprendere gli allenamenti, però ho voluto affrettare i tempi poichè devo cercare di recuperare in fretta dato che il tanto atteso appuntamento con la Boston Marathon è ormai alle porte. Mancano solo 11 giorni e vorrei arrivarci con un minimo di condizione tale da permettermi di correre in maniera onesta, senza dover soffrire troppo, e anche se non al top della condizione di chiuderla in un tempo onorevole. In questi giorni cercherò quindi di ritornare velocemente ai consueti ritmi. Domenica spero di riuscire a partecipare alla Puro 10.000 per poter dare una bella sgasata, poi la settimana prossima vedrò come sto e mi regolerò di conseguenza. La resistenza per arrivare in fondo alla maratona non dovrei averla persa anche se non so a quale velocità potrò tentare di correrla. Dopo la Belluno-Feltre mi ero fatto un'idea precisa che il ritmo di 3'50" poteva essere quello più indicato per Boston. Ora non ci penso più, mi sto concentrando solo sul fatto di rimettermi velocemente per stare bene il giorno della gara. 5 minuti in più o in meno sicuramente non mi cambiano la vita, la cosa più importante è esserci e partecipare alla grandissima festa della Boston Marathon 2014! Tutto il resto è noia....

martedì 1 aprile 2014

Sempre sotto

Belluno Feltre 2014

Messa in archivio l'Ultrabericus l'obiettivo si è rivolto decisamente verso l'imminente maratona di Boston del 21 Aprile. Da qui alla maratona sfrutterò tutte le domeniche restanti utilizzando le gare per svolgere ottimi allenamenti e gli altri giorni saranno quasi esclusivamente di recupero inserendo magari qualche ripetuta in salita o in piano a metà settimana. Mi sento abbastanza in forma anche se comprensibilmente un pò stanco, quindi dovrò solo cercare di mantenermi a livello recuperando più energie possibili. Come previsto è stata dura riprendersi dopo i 66 km della Ultrabericus disputata il 15 marzo. Un solo giorno di riposo, domenica, e poi già da lunedì ho ripreso a correre. Fino a giovedì/venerdì la stanchezza e i dolori muscolari sono stati ad un livello molto alto ma tutto sommato non ho avuto particolari strascichi e nessun acciacco a parte qualche fastidio qua e là. Ho sempre tenuto andature lente, nei primi giorni sui 5'30"/km, poi 5'00"/km e sabato ho raggiunto il record di velocità settimanale con una quindicina di chilometri a 4'30" di media. Domenica, sebbene non fossi ancora al 100%, ho partecipato ad una bella gara di 10 miglia (16.1 km) nelle campagne tra Malo e Molina, organizzata dall'amico Remo Laverda. Si correva attraversando le tipiche cavedagne, ovvero le classiche stradine sterrate di campagna che solitamente vengono solcate dai contadini con i loro trattori. La giornata è stata piovosa e fredda, tutto il contrario della settimana precedente, e si è corso per la maggior parte su un percorso pieno di fango e pozzanghere. E' stato divertente però anche molto impegnativo. Sono partito abbastanza tranquillo perchè sapevo di non essere ancora apposto con le gambe, fino a circa metà ho faticato poco, nel tratto finale invece ce l'ho messa tutta e ho concluso in 1h00'55" (media 3'47"/km) in 9° posizione, soddisfatto per aver migliorato di così tanto le prestazioni dai giorni precedenti. Settimana chiusa con 95 km. Negli ultimi sette giorni ho ripreso a correre di nuovo lentamente sia lunedì che martedì con 14+15 km, mercoledì ho svolto un buon allenamento di 16 km con 8 ripetute in salita da 400 metri e recuperi da 600 metri in discesa, giovedì altri 15 km con gli ultimi 8 sotto i 4' al km, venerdì 10 km soft e  sabato risposo in vista delle Belluno-Feltre del giorno dopo. Venerdì e sabato non mi sentivo molto bene, ho avuto mal testa e di pancia, per fortuna domenica durante la gara sono stato bene e il mal di pancia avuto la mattina non si è fatto sentire per tutta la sua durata per ricomparire appena dopo l'arrivo.... La Belluno-Feltre è una corsa molto bella e particolare e come preparazione alla maratona di Boston penso sia ideale. Dopo la partenza ti aspettano 30 km di continui saliscendi che non ti consentono mai di procedere ad un ritmo regolare; le gambe sono sempre sotto pressione ed è più faticoso che correre in pianura. Vi avevo già partecipato nel 2008 e 2010 quindi mi ricordavo un pò le insidie del suo tracciato, soprattutto quelle verso la fine. La giornata metereologicamente è stata perfetta, sole e temperatura gradevole. Sono partito deciso e non ho mai avuto particolari cali. All'inizio ho sofferto molto, avevo parecchia pesantezza di gambe ma dopo il 15° km ho leggermente recuperato, o se non altro non ci ho più fatto caso. Il passaggio alla mezza è stato di 1h18'53" e i 4 chilometri più duri dal 24° al 27° in salita sono stati veramente impegnativi, li ho affrontati al massimo impegno stringendo i denti e cercando di calare il meno possibile la velocità. Il peggior chilometro, il 26° è stato di 4'18". Alla fine sono arrivato appena dopo la prima donna (la bravissima Laura Giordano) piazzandomi in 13° posizione assoluta e 1° della categoria SM45 con il tempo di 1h53'51". Media di 3'47" al km che se tenuto in maratona mi farebbe tornare al tanto desiderato under 2h40'. Domenica sicuramente non ce l'avrei fatta a continuare su quell'andatura ma per Boston c'è ancora tempo sia per migliorare che per recuperare brillantezza e energie. E il percorso sarà pure duro ma da quello che ho sentito non come quello della corsa Bellunese. Ci penseremo quando sarà ora intanto domenica andrò finalmente a correre una mezza maratona su un percorso piatto alla Riviera dei Dogi.

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