
Una marea di emozioni e di sentimenti mi stanno passando per la testa. Non mi pare neanche vero ma sabato 29 Maggio per la seconda volta sono riuscito a tagliare il traguardo della 100 km del Passatore. Per una persona normale come me non è per niente una cosa facile o scontata. Dopo l'ultimo fallimento alla 50 km di Romagna, sono partito con 1000 dubbi sulla mia tenuta e non ero convinto al 100% di farcela. Mai come sabato ho usato la testa, non ho mai osato più del dovuto e fortunatamente non ho avuto nessun problema fisico particolare e ho superato sempre brillantemente le crisi che immancabilmente in una gara del genere prima o poi ti colpiscono. Ho corso sempre con un minimo margine ad eccezione degli ultimi 12 km dove ho veramente tir

ato fuori tutto quello che mi rimaneva. Due anni fa non avevo niente da perdere, ero alla prima 100 km e ho corso sempre all'attacco commettendo diversi errori di inesperienza che mi hanno compromesso un sicuro tempo intorno alle 7h15. Quest'anno pur consapevole di essere meno forte di allora sono riuscito ad arrivare prima. Penso che sia dovuto anche alla piccola esperienza che ho accumulato, mi sono fatto fregare una volta sola, alla seconda ho imparato la lezione. In gare simili, soprattutto al Passatore, saper usare la testa e gestire bene lo sforzo per preservare le gambe è molto più importante che in altre situazioni dove bene o male la pelle la si porta a casa (mi riferisco alle maratone). Qui la motiviazione vuol dire tutto. Una crisi al 50-60-70-80 km significa RITIRO....e io lo sapevo bene e non volevo RITIRARMI. Non volevo deludere i cinque

angeli custodi che mi hanno accudito dal primo al 100 km come se fossi un bimbo in culla. In primis devo ringraziare Luca e Jenny che con le loro bici mi sono sempre stati incollati, poi Ornella, Claudio e Mattia con tutti gli indispensabili rifornimenti in auto. Non mi è mai mancato niente, dall'acqua alla coca cola, sali minerali, barrette, banane, ecc. ecc. Per farvi capire quanto fondamentale sia l'assistenza in una gara simile vi faccio solo un esempio. Vi ricordate David Kirkland, il vincitore con record della gara alla 63,3 km di Connemara? Forte atleta da 2h23' in maratona e 3 ore sui 50 km al debutto in una gara di 100 km si è presentato alla partenza da solo. Dopo 52 km l'ho trovato a lato strada che camminava e poco dopo si è ritirato... Tanto per dire, puoi essere l'uomo più forte del mondo ma qui se

nza l'aiuto di qualcuno si va poco distante..... La gara è partita alle 15 dal centro di Firenze sotto un sole che non perdonava. Mi sono messo subito nel gruppo di testa per i primi 2-3 km, poi all'inizio della salita di Fiesole mi sono staccato e ho proseguito col mio ritmo transitando nel centro della graziosa cittadina in nona posizione. La salita era dura e fino al 17 km alla Vetta le Croci non dava tregua. L'ho affrontata in maniera cauta subendo 2-3 sorpassi che non mi hanno fatto effetto, sapevo che poi in discesa avrei recuperato un pò. Il caldo non dava tregua quindi ho continuato a bere e a bagnarmi per stare fresco. Buona tattica. Facevo fatica ma le gambe erano ottime, i cinque massaggi e lo scarico delle ultime due settimane stavano dando i loro frutti. Al transito della Vetta le Croci al 17 km a quota 515 metri mi trovavo in 11' posizione.

Ho prestato molta attenzione a Orlando Pizzolato che quando gli sono passato davanti mi ha detto:"Andrea corri sciolto", evidentemente mi aveva visto un pò in difficoltà e un pò appesantito, ma sfido chiunque a non esserlo dopo 15 km di salita e 500 metri di dislivello sotto un sole a 30°..... Finalmente la discesa che ci voleva, da li in poi fino al 31,5 km era praticamente tutta discesa. L'ho presa con calma, non a tutta come due anni fa cercando di mettere in pratica il consiglio di Orlando. In pochi chilometri ho raggiunto Caroni, D'Innocenti, l'inglese Kirkland e il russo Izmailov. Tutti atleti più forti di me, ma in discesa correvo facile sui 3'30" al km, il chilometro più rapido è stato in 20° in 3'22" e mi sentivo di recuperare bene. Verso il 30° km sono stato ripreso da Kirkland e Caroni che avevano decisamente un passo più veloce. Sono transitato al 31,5 km di Borgo San Lorenzo in nona posizione

in 2h08'13" alla media di 4'04" al km. Qui mi sono fatto il segno della croce dicendo ai miei angeli custodi: "Se riesco a fare i prossimi 16 km senza morire, arrivo a Faenza". Ovviamente loro per tenermi su di morale davano per scontata la cosa anche se nell'espressione di Luca leggevo qualche dubbio. 730 metri di dislivello, tanto mi separava dal passo della Colla a 915 metri. I primi 7 km fino a Ronta erano i più facili con pendenze sul 3-4%, poi iniziava il vero muro, 9 km terribili con pendenza media del 6% e punte del 10-12% che ho corso sul piede dei 6' al km quando mi andava bene. Passaggio alla maratona in 3 ore esatte, i chilometri più duri sono stati il 43-44-45 corsi in 6'31-29-51". Sono salito col mio passo regolare senza forzare imprecando ad ogni metro contro chi aveva inventato il percorso del Passatore.

Ho continuato a bere coca cola e acqua continuando a bagnarmi sebbene mammano si salisse la temperatura diventasse sempre più gradevole. Ad un certo punto c'era anche un fastidioso vento ma i miei problemi erano ben altri. Odio la salita e avevo male alla base della schiena, sarà per la posizione innaturale che assumo curvandomi molto in avanti quando vado in su. Luca continuava a rassicurarmi dicendo che andavo alla grande e regolare, a me non pareva tanto e a dir la verità mi sembrava di camminare, mi diceva che quelli dietro erano a 7-8 minuti e quelli davanti erano lì ma io non ci credevo.

Nell'ultimo km la pendenza si faceva più dolce, sono transitato finalmente alla Colla in 3h36'46" e la media si era alzata a 4'31"/km, in decima posizione. Il distacco rispetto a 2 anni fa era di 6 minuti e me lo ricordavo bene, anche se non l'avevo confessato a nessuno la mia gara aveva l'obiettivo di battere il 7h22'59" del 2008. Ero fuori tabella ma ero messo fisicamente meglio, non troppo però. Due anni fa da qui in poi ne avevo combinate di tutti i colori, tra scarpe sbagliate, errori di percorso e crampi! Adesso dovevo assolutamente recuperare,

ero stravolto e mancavano ancora 52 km, quasi tutti a favore però! Le possibilità di farcela e di non deludere i miei amici erano in aumento. Ho preso la discesa in modo tranquillo, due anni prima avevo dovuto fermarmi per cambiare scarpe, questa volta invece con le Jazz13 della Saucony stavo proprio bene, ammortizzavano egregiamente l'impatto al suolo e quindi un pò alla volta ho potuto prendere un buon ritmo e accelerare. Mi sono alimentato con una barretta e assumendo i gel di maltodestrine a intervalli regolari di circa 8-10 km. Al 52 km ho raggiunto l'inglese Kirkland che correva molto lentamente, era da solo e Luca si è fermato a soccorrerlo e dargli qualcosa da mangiare e da bere. Ho saputo poi che si è ritirato al 60 km circa. Se si vuole correre certe

gare a questi ritmi l'assistenza è indispensabile, anche lui imparerà da questa esperienza e certamente l'anno prossimo non scendera qui in Italia senza qualche amico ad accompagnarlo. Il passaggio a Casaglia questa volta è stato regolare, memore dell'errore di due anni fa sono stato attento a non sbagliare strada al bivio che svoltava verso il centro del paese, sono stato stupito che il giudice addetto al controllo mi ha riconosciuto dicend
omi:"Vai Rigo, quest'anno

non sei dovuto tornare contromano", ci siamo fatti una risata, per la verità più lui che io, e via giù per la discesa....Il 65 km a Marradi segnava la fine della discesa costante, sono transitato al controllo in ottava posizione in 4h46'01". Ho corso i 17 km in 1h09' con il quarto tempo parziale alla media di 4'04" al km. Da li in poi 35 km ondulati con dei bei tratti a favore. Stanco? Diciamo che avevo voglia di fermarmi e mi serviva uno stimolo per reagire. Non mi bastavano gli incitamenti dei miei amici, ci voleva qualcos'altro ed è arrivato ben presto. All'orizzonte mi sembrava di scorgere qualcuno, mi pareva di vedere un puntino bianco che si faceva sempre più grande. Ad un certo punto l'ho messo a fuoco, era il corridore russo Vsevolod terzo lo scorso anno che procedeva abbastanza lento, io martellavo regolare sui 4'15-20" al km, tutto dipendeva dagli

avvallamenti che trovavo lungo il percorso. Istintivamente mi era venuto da dare un'accelerata ma saggiamente la Jenny mi ha consigliato di mantenere la calma e andargli sotto un pò alla volta, così è stato e in breve tempo ho conquistato la settima posizione. Il cielo cominciava a farsi nero e nel volgere di breve termine ci siamo trovati nel bel mezzo di un acquazzone che mi ha accompagnato per circa un'ora. Faceva fresco, i miei compagni in bici erano infreddoliti, ma io stavo bene, la pioggia mi faceva addirittura p
iacere anche se era abbastanza violenta. Nel contempo

proseguivo con il mio passo regolare sui 4'20-30" verso Brisighella e l'oscurità era scesa. Claudio e Mattia con la loro auto mi facevano da apripista, Ornella invece con la sua mi faceva luce da dietro, i due ciclisti continuavano a spronarmi. A 15 km dall'arrivo, che sono ancora un'infinità, mi sono sbilanciato e ho detto a Luca che la convocazione in nazionale era ormai conquistata sul campo anche quest'anno. Ormai ero sicuro di farcela in meno di 7h30' qualsiasi cosa potesse accadere, per fermarmi avrebbero dovuto spararmi e sarebbe stata dura anche in quel modo. Con Jenny invece facevo i conti per vedere se riuscivo a migliorare il mio tempo del 2008. Sapevo che 2 anni fa ero passato a Brisighella in condizioni pessime in 6h27'. Stavolta stavo meglio m

a al mio cronometro il tempo passava e il paesello non si vedeva. Un pò alla volta ci sono arrivato, ho affrontato i 3-400 metri di dura salita che si inerpicavano verso il centro in apnea e tutto sommato le gambe hanno tenuto, nessun accenno di crampi, solo comprensibile stanchezza dovuta a 88 km senza sosta tra caldo, freddo, pioggia, salite interminabili e discese spezzagambe. Ho stoppato il cronometro a 6h30'28", in ritardo di 3' rispetto il 2008, con il settimo tempo parziale assoluto. Per superarmi dovevo compiere un'impresa. Ho pensato di provarci. Ho quindi percorso gli ultimi 12 km come in una gara secca chiudendoli in 51'31" alla media di 4'17" al km con il quinto p
osto parziale assoluto e un ultimo km, il 100°, da brivido in 3'59"....ho tagliato il traguardo 7' assoluto in 7h21'59" alla media di 4'25" al km migliorandomi di un minuto. Missione compiuta. Questa volta niente lacrime,

solo gioia e felicità per l'ottimo risultato che mi ha ripagato di mesi e mesi di duri allenamenti. La gara è stata vinta da Giorgio Calcaterra, inarrivabile campione alla quinta vittoria consecutiva con il tempo di 6h51'. I miei complimenti vanno alla pari ai bravissimi Francesco Caroni (3° in 7h04') aut
ore di una gara strepitosa, Marco D'Innocenti (5° in 7h10') che ha tagliato il traguardo con in braccio la sua piccola Luce e

Andrea Bernabei (8° in 7h29') sempre affidabile. Mi spiace molto per il ritiro di Marco Boffo, non so ancora cosa gli sia successo ma sono sicuro che si rifarà presto come fu l'anno scorso dopo Tarquinia. Una citazione particolare per l'amico
Simone che al debutto in una 100 km si è piazzato 12' assoluto con l'egregio tempo di 8h10', so che ha dovuto lottare col caldo ma questo è un fantastico punto di partenza per futuri miglioramenti. Un grande applauso al mio compagno di squadra della Fulminea Maurizio Ammirata che si è classificato 49' assoluto in 9h30, anche lui al debutto troppo forte! Gli altri Fulminei purtroppo si sono fermati strada facendo, Lazzarotto per problemi muscolari alla Colla, Mottin per i crampi al 75 km e Manzardo per problemi ad un ginocchio. I classificati al traguardo sono stati più di

1000 al fronte di quasi 1400 partenti, questo indica tutte le difficoltà a correre una gara simile. Un saluto particolare a tutti gli amici incontrati lungo il percorso, molti che non conosco mi hanno incitato e chiamato per nome e questo mi ha dato una grande spinta e una enorme gioia. Ovviamente saluto e ringrazio anche
Matteo che mi ha accompagnato con il suo scooter per buona parte di gara incitandomi in ogni momento e
Stefano e la sua ragazza che sono venuti a mangiare con noi venerdì sera a Firenze. Un grazie speciale ai

ragazzi del mio Team Fulmineo che mi hanno assistito e sopportato per 100 km, troppo fantastici. Appuntamento all'anno prossimo con il pettorale numero 7, il mio numero preferito e portafortuna. Chissà che non vada ancora meglio!
P.S. Un abbraccio particolare all'amico
Diego che per un infortunio dell'ultimo momento non ha potuto correre. Amico so quanto ci tenevi, riprenditi presto nel 2011 ci andremo insieme ancora più forti di prima!