
46.795 arrivati su 47.438 partenti la dicono tutta: la New York City Marathon è la 42 km più popolare al mondo, ed anche la più bella (quello lo aggiungo io). Sono dati indiscutibili anche se qualcuno obietterà che è solo moda. Io dico invece che è semplicemente la migliore, in una città stupenda dove tutti si raccolgono intorno alla loro maratona! Come tutte le cosa avrà anche qualche difetto, come ad esempio un prezzo di iscrizione troppo alto, ma i suoi pregi e i lati positivi sono di gran lunga più numerosi. Ho corso diverse maratone in giro per il mondo però non ne ho mai trovata una di così coinvolgente, neanche Berlino che pure mi piace tantissimo è così calda e magica. Parigi o Roma tanto per citarne un paio sono belle ma non hanno lo stesso carisma. A NY la maratona è una festa per tutta la città, una festa che dura una settimana e termina solo alcuni giorni dopo la corsa. Nei giorni precedenti alla gara in giro per le strade non si vedono altro che persone con ai piedi scarpe da running e nei giorni successivi se ne vedono tantissime con la medaglia al collo che si salutano e si scambiano cordialmente i complimenti. Quest'anno la correvo per la terza volta. Pensando di ricordarmi bene il percorso, sono partito forte ma non fortissimo. Il primo chilometro e mezzo è piuttosto duro con la salita sul ponte di Verazzano. La partenza è ancor più difficile perchè si parte a freddo senza un adeguato riscaldamento e per di più è difficile avviarsi a ritmo lento dato che allo sparo del cannone più che dei runners le persone sembrano degli indemoniati. Non si può partire piano. Ho avuto il piacere di passare la mezzora antecedente la partenza assieme a Giorgio Calcaterra, famoso anche negli USA, che per godersi lo spettacolo ha voluto partire in mezzo ai corridori normali come me. Avrebbe potuto tranquillamente partire in griglia con i sub-elite o meglio ancora con i top-runner, ne avrebbe avuto tutto il diritto. Mi diceva che sarebbe partito un pò cauto ma qualche centinaia di metri dopo lo sparo non lo vedevo più davanti a me (chiuderà 27' assoluto 3' italiano in 2h27'19"). Probabilmente sono stato io a partire troppo piano, 4'14" al primo 1000 correndo al massimo nella rampa in salita del ponte. Nel secondo chilometro ho recuperato facilmente il gap con un buon 3'35" per poi assestarmi in quelli successivi su un ritmo di 3'45-50", almeno per i primi 15 km. I saliscendi del Brooklyn non permettevano di tenere un ritmo regolarissimo e ben presto ho capito che sarebbe stata dura come le altre volte finire senza cali. Già dopo il 15° km le gambe hanno iniziato ad indurirsi e faticavo più del normale a stare sul ritmo previsto. Strada facendo pensavo nervosamente tra me e me che neanche quest'anno avrei potuto godermi un pò lo spettacolo del pubblico a bordo strada. Cercavo di risparmiare le energie guardando poco il cronometro e facendo pochi calcoli. Dai piani iniziali prevedevo di arrivare alla mezza abbastanza integro in 1h20-21' e di gestire poi al massimo le energie nella seconda parte per chiudere al massimo in 2h43-44'. Il passaggio alla mezza è stato di 1h21'05" ma mi sentivo veramente già troppo stanco. Scavalcare il Pulaski Bridge che introduce nel Queens è stata una rogna e oltrepassare il Queensboro Bridge al 25 km quasi un calvario ma stringendo i denti ho tenuto con un parziale di 19'49" dal 20 al 25 km. La discesa dal ponte e l'arrivo a Manhattan è stata una ventata di energia, sulla First Avenue (lunga 6 km) il tifo è stato fantastico e per i primi 5 km con pendenza favorevole mi sentivo molto rinvigorito, il parziale di 19'21" non è stato male. Ma è durato poco, dopo il 30 km la fatica si è fatta sentire ed il ritmo è calato sensibilmente, non riuscivo più a correre sotto ai 4' al km e spesso e volentieri superavo i 4'10". Stava arrivando il momento più difficile, l'ingresso nel Bronx con il passaggio nel Willis Bridge, lo ha decretato. Non vedevo l'ora di arrivare anche se mi dispiaceva non potermi godere lo spettacolo che per tanti mesi avevo atteso. Il ritorno a Manhattan con il passaggio sul Madison Bridge, di cui mi ero dimenticato l'esistenza forse per la stanchezza, non mi ha fatto gustare in pieno come avrei voluto gli ultimi chilometri. Il miglio 23 (a 4'07" al km) e 24 (a 4'22" al km) rasenti a Central Park sulla Fifth Avenue sono stati i più duri della gara, sarà stato anche perchè arrivavano verso la fine ma a me sono sembrati in salita dura ed era proprio così perchè per curiosità sono andato a rivedermeli il giorno dopo e la salita specialmente alla fine era proprio ripida. Le ultime due miglia all'interno di Central Park, un vero spettacolo in questo periodo dell'anno con tutti i colori dell'autunno.

Per quanto possibile ho cercato di godermeli e nei suoi saliscendi ho dato tutto quello che avevo. All'uscita del parco su Central Park South ho alzato lo sguardo sulla magnifica Columbus Circle circondata di gente che immetteva nuovamente nel parco per l'ultimo chilometro che ho cercato di onorare correndo al massimo e al limite dei crampi. Ho chiuso la maratona in 2h46'46" al 302esimo posto in classifica leggermente più lento delle mie aspettative ma pur sempre qualche secondo prima di due anni fa (Foto di Sara al 26° miglio). Tutto sommato sono contento anche se per la verità e per tutto quello che mi ero allenato dentro di me speravo in qualcosa di meglio. Sarà per il prossimo anno, la sfida è già lanciata!!!
LA FOTO IN ALTO E' STATA SCATTATA DA ROBERTO MANDELLI E TRATTA DAL SITO PODISTI.NET CHE RINGRAZIO.